Progetto Rane rosse

Il progetto
La creazione e la conservazione di ambienti naturali sono gli obiettivi che Burchvif persegue da sempre attraverso le Isole di Natura. Uno dei meriti di queste realizzazioni è quello di operare in difesa della diversità biologica nei suoi molteplici aspetti tra cui la conservazione e l'incremento del numero di specie vegetali e animali presenti sul territorio. Detto incremento può avvenire in modo del tutto naturale: gli animali possono arrivarci semplicemente volando, camminando, strisciando o nuotando. Altre volte, invece, specie ridotte a popolazioni puntiformi e divenute ormai "invisibili" per diverse cause (distruzione degli habitat, modifica delle tecniche colturali in agricoltura, inquinamento...) possono sperare di fare ritorno in un numero soddisfacente alle terre che appartennero ai loro antenati solo attraverso il ricorso ad uno specifico progetto di conservazione. E' questo il caso del progetto che ha preso l'avvio nell’inverno del 2000 e si è sviluppato, poi, nel corso degli anni successivi. Si è trattato in una prima fase di accertare la presenza e poi di favorire il consolidamento delle popolazioni di due specie di “rane rosse” e precisamente della Rana agile (Rana dalmatina), della Rana di Lataste (Rana latastei) e del rospetto Pelobate fosco (Pelobates fuscus insubricus).



La realizzazione
Il primo stagno per anfibi fu scavato, fino alla profondità sufficiente per intercettare la falda e garantire costantemente circa 40/60 cm. di acqua, nelle immediate vicinanze del laghetto ma perfettamente inserito in un saliceto (S. alba, S. caprea) presente da anni e dotato di un buon strato umico. Si trattò quindi di verificare, dal marzo del 2001, la presenza di ovature appartenenti alle specie in questione che alcune sporadiche ma attendibili segnalazioni davano per presenti nell’area. Ciò che si era ipotizzato trovò, almeno in parte, conferma già dal primo anno: furono infatti contate, ai primi di marzo del 2001, sette ovature di Rana agile. La schiusa delle uova avvenne regolarmente e senza perdite evidenti (si temeva, infatti, la predazione da parte di anatidi ed ardeidi) e, dalla fine del mese di aprile, primi di maggio, le piccole rane, completata la metamorfosi, iniziarono a disperdersi nell’area circostante la pozza in cui si erano sviluppate. Nel successivo mese di settembre, poi, quasi a voler dimostrare che tutto stava procedendo per il meglio, fu possibile osservarne alcune, nel sottobosco dell’oasi, a diverse centinaia di metri da dove erano nate. In seguito sono state realizzate due nuove pozze che possiedono gli stessi requisiti di quella già esistente essendo in grado di garantire sia la presenza di acqua di falda già in febbraio, marzo (che sono i mesi in cui inizia il periodo riproduttivo) e sia l’assenza di pesci, potenziali predatori delle larve degli anfibi che ci interessano.
A partire dal 2001 le ovature di rana rossa sono continuamente aumentate fino ad arrivare a più di 100 ovature a marzo 2021.



Lo scavo del primo stagno - © Giambattista Mortarino

  
Lo scavo del secondo stagno - © Giambattista Mortarino


Lo scavo del terzo stagno - © Alberto Giè

  
Una "rana rossa" nel sottobosco - © Giambattista Mortarino


Ovatura deposta da pochi giorni - © Alberto Giè

  
Ovatura con i girini in fase di sviluppo prima della schiusa - © Alberto Giè